[CHIUSA] Fiesso d’Artico 1 (VE)

Non è sempre facile riuscire a rompere le barriere invisibili che circondano le persone con la casa pignorata e, chi come noi ha fatto del saldo a stralcio il proprio pane quotidiano, lo sa fin troppo bene. Come è successo nel corso di un’operazione di saldo a stralcio per l’acquisto di una villetta a Fiesso D’Artico (VE), nel cuore della riviera del Brenta.

Una coppia (ex artigiano lui, disoccupata lei) che si è trovata intrappolata in un debito con la banca di 142.000,00 €. Insoluto che non sarebbero mai riusciti ad estinguere se non si fossero fidati di noi.

Ma guardiamo subito i numeri dell’operazione:

  • Prezzo di acquisto: € 72.000
  • Prezzo di vendita: € 145.000
  • Durata operazione: 4 mesi e mezzo

Quando ci occupiamo di operazioni di saldo a stralcio, l’iter per entrare in contatto con gli esecutati è sempre lo stesso:

  1. Controlliamo gli annunci degli immobili all’asta pubblicati sul sito del tribunale di competenza;
  2. scegliamo i più appetibili ed iniziamo ad avere i primi contatti con gli esecutati (solitamente mezzo posta) per informarli delle possibili soluzioni;
  3. se non riceviamo alcun riscontro, ci rechiamo a casa degli esecutati e cerchiamo di parlare con loro;
  4. fissiamo un appuntamento nel quale ascoltiamo le loro storie, esaminiamo la documentazione e vagliamo la fattibilità del caso;
  5. facciamo firmare la delega a procediamo all’analisi approfondita del caso.

Detta così sembra quasi semplice.

Peccato che al punto 3. ci sia uno scoglio talmente grande che finisce per far fallire gran parte delle operazioni.

Quante porte sbattute in faccia, quanti insulti dettati dalla paura, dalla rabbia e da quell’ansia che impedisce agli esecutato di dormire la notte. Ma come biasimarli? Sono spaventati e, finché non ti guadagni la loro fiducia, per loro sei solo l’ennesimo sciacallo pronto a portargli via quel poco che hanno. Ma quando frantumi quel muro, ecco che tutto cambia. Si aprono, ti raccontano le loro storie, ti mostrano le foto dei figli e vedono in te l’eroe che, al momento giusto, si alzerà in volo e le trarrà in salvo.

Anche in questa operazione, non è stato facile guadagnarsi la fiducia degli esecutati. Anzi, ci siamo trovati di fronte ad un atteggiamento di chiusura tale che, qualsiasi altro Stralcista avrebbe desistito. Non avendo ricevuto risposta alla lettera, come di consueto ci siamo recati a casa degli esecutati. Dopo aver suonato il campanello siamo stati “accolti” dalla moglie che, spaventatissima, senza neppure aprirci la porta ci ha urlato che ci avrebbe fatti contattare dal marito. L’ha fatto e, ahimè, quella telefonata me la ricordo proprio bene. Era furioso per il fatto che ci fossimo presentati a casa loro, aveva paura che i vicini avessero notato qualcosa e ci ha riversato addosso un fiume di parole cariche di rabbia e dolore. Un dolore che, avendo a che fare ogni giorno con gli esecutati, conosciamo bene. Specie perché, per arrivare al punto in cui siamo ora, abbiamo analizzato a fondo ogni sfumatura degli stati d’animo delle persone che stanno perdendo la casa e sappiamo quali sono le corde da muovere per ognuno di essi.

Sapevamo bene di cosa avevano paura:

  • Temevano che le ripercussioni dei loro “errori” sarebbero piombate sulla loro bambina, allora tredicenne;
  • erano terrorizzati dal fatto che anche i creditori arrivassero a suonare il campanello di casa.

Per questo non dormivano più, non mangiavano, erano sempre in ansia al punto da diventare le ombre di loro stessi. Quando hai dalla tua parte l’esperienza tutto diventa più facile e, grazie alle competenze maturate pratica dopo pratica, siamo riusciti a gestire la rabbia e le paure.

Non solo abbiamo creato una piccola breccia che ha portato alla firma della delega, ma ci siamo guadagnati un atteggiamento di apertura tale che ci ha permesso di mettere fine a tutti i loro problemi.

Come gestire un imprevisto che potrebbe far saltare l’affare

Questa è una piccola curiosità capitata il giorno della firma.

I giochi sono fatti, le carte pronte, noi anche e gli esecutati non stanno più nella pelle. Al punto che anche loro vogliono essere presenti alla firma e così decidiamo di trovarci, di buon mattino, di fronte al Tribunale di Venezia. Ci siamo quindi noi, gli esecutati, gli avvocati dell’ente creditore… peccato che mancasse il giudice! Non è suonata la sveglia? non lo sapremo mai! Ciò che è certo è che ci tocca prendere in mano la situazione.

Mentre corriamo su e giù per il tribunale alla ricerca di un altro giudice disposto a gestire il nostro atto, a trenta km di distanza il custode incaricato sta mostrando la villetta di Fiesso D’Artico a ben 14 persone interessata ad acquistarla all’asta.

La necessità aguzza l’ingegno e, con un po’ d’ansia ed un bel fiatone, arriviamo finalmente alla firma dell’atto e all’estinzione della procedura. Peccato che, tre delle 14 persone che avevano visitato la villetta, non l’abbiano presa poi tanto bene.

Cosa sarebbe successo se non avessimo firmato quel giorno? Forse nulla. O forse, scoprendo che così tante persone erano interessate all’acquisto all’asta, non è escluso che i creditori si tirassero indietro. Sta di fatto che se una firma ritarda, per un effetto domino, ritardano i lavori di ristrutturazione già in programma, ritarda la vendita e, di conseguenza, anche l’operazione successiva. Quando aiuti le persone ad uscire dai debiti, per loro sarai sempre un eroe

E così è stato anche questa volta. Non ti dico i “grazie”, gli abbracci ed i sorrisi di gratitudine che abbiamo ricevuto quel giorno e la soddisfazione che abbiamo provato. Perché per quanto il guadagno sia importante, sul podio dei nostri obiettivi mettiamo senza dubbio il miglioramento della vita delle persone. E la sensazione che si prova quando, grazie a noi, gli esecutati ritrovano la serenità, è impagabile.

Abbiamo mantenuto le promesse e, aiutando una famiglia ad uscire da una situazione di sovraindebitamento, gli abbiamo ridato la fiducia nel futuro. Dopo la firma sono bastate meno di due settimane per fare alcune migliorie all’immobile (sostituzione della caldaia, tinteggiatura sia interna che esterna, sistemazione del prato ecc.) e, dopo soli 8 giorni sul mercato è arrivata la prima offerta.

€ 145.000,00 contro i € 130.000,00 ipotizzati nel Business Plan. Non male, direi, in soli 4 mesi e mezzo.

In pratica quello che noi chiamiamo “win, win, win”.

Ha vinto la banca perché è riuscita a rientrare (seppur parzialmente) del credito e chiudere in tempi brevi;
Abbiamo vinto noi con un utile di 47.813,66 € che abbiamo reinvestito nell’operazione successiva;
Ha vinto la famiglia debitrice perché ha chiuso una triste parentesi ed ha ritrovato la serenità.

E, ciò che è iniziato con una porta chiusa ed una telefonata piena di rabbia, ha avuto il suo lieto fine. Ora non solo hanno piena fiducia, ma siamo diventati dei veri e propri punti di riferimento. Al punto che anche adesso, a distanza di tempo, siamo noi quelli che chiamano per ricevere consigli e risolvere altre piccole questioni.

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